Le stelle in 5 punti
Parlare di Ignazio Abate, a 180 minuti dalla fine della stagione, è costruire un immaginario ponte col futuro. Scommessa vinta di questa stagione così tanto enigmatica, punto fermo della prossima, già imbandita di Milan ai milanisti, linee verdi (e non solo per il fantasista di Stroppa) e fiducia nel vivaio.
Figlio dell’ex portiere interista, è diventato presto il “Beniamino” del popolo rossonero, che aveva invocato con forza il suo ritorno alla casa madre dopo l’anno sotto la Mole granata.
Mesto, invece, ha costruito la sua fortuna calcistica in provincia, mettendosi sul petto l’oro dell’Under 21 nell’Europeo di categoria 2004, e la cittadinanza onoraria di Reggio Calabria, dopo la splendida cavalcata che portò la squadra all’epoca di Mazzarri a salvarsi dopo un terrificante meno 11 in classifica. Storia, anche senza musichette stellari in sottofondo.
I due numero 20 di Milan e Genoa hanno avuto una storia d’amore folgorante con l’Azzurrino, fermandosi all’appuntamento con la tonalità più intensa.
Per Abate ci saranno altri rendez-vous, se manterrà esponenzialmente questi standard di rendimento, scrollandosi le ultime scorie di timore reverenziale verso la camiseta milanista. Gli capita di smistarla facile evitando la giocata difficile e il fischio, quando inizierà ad assumersi le proprie responsabilità con convinzione la sua maturazione sarà arrivata a compimento.
Mesto, nonostante le parole del suo procuratore Roggi che affermano il contrario, ha abbandonato le speranze Sudafricane, soprattutto dopo la bocciatura per il recente stage alla Borghesiana.
Genoa-Milan vivrà della loro corsa e del loro furore agonistico, che non mancherà certamente, nonostante il timer sia lanciato verso il gong di fine della stagione.
IGNAZIO ABATE
Senso della posizione: qui ha davvero sparigliato degli scettici, con delle diagonali degne di un terzino col pelo sullo stomaco. Alcuni recuperi disperati hanno avuto dell’incredibile, e hanno strappato l’ovazione convinta dello scettico pubblico milanista di questa stagione. Quando la maglia si può onorare anche senza afflato divino, VOTO 8.
Anticipo: avere il sig. Mauro Tassotti come vice allenatore è un gran bella fortuna. Avere due stantuffi pneumatici, una gran voglia e una cattiveria agonistica ardente anche. Abate è cresciuto sensibilmente nell’arco della stagione, mostrando evidenti miglioramenti nei movimenti tecnici da difensore, riuscendo poi a ribaltare velocemente l’azione, in quella che l’uomo di Setubal chiama “fase di transizione”. Per esiti, importante sottolinearlo, non sempre brillantissimi, VOTO 7,5.
Colpo di testa: c’è il rischio del debito formativo per l’alunno n°20, acerbo com’è con la cabeza. Il suo sciagurato colpo di testa, perfetto assist all’implacabile Milito nel derby di ritorno, ha tagliato le gambe alle velleità di grandeur della truppa Leonardesca. Va bene tutto, ma il passaggio perfetto sul piede del centravanti più implacabile di questa Serie A proprio no. Errore da matita blu, ben abbinato col colore dei suoi capelli, VOTO 5.
Tecnica: tranne Oddo, tutti i terzini del Milan 2009/2010 sono nati esterni alti. Ottimo tiro da fuori, fa della corsa l’arma principale, con l’ultima stilla di sudore a grondare anche a cronometro ampiamente esaurito. Le doti tecniche sono da affinare, perché come ripetono fino alla secchezza della fauci i commentatori sportivi, se stoppi decentemente la sfera, mezzo cross è già fatto bene. Per metterla in mezzo, devi prima averla sui piedi, VOTO 6,5.
Cross: quando li effettua alti, sono sempre stati dolori in questa stagione, vedi secondo gol di Borriello nell’ultima milanese col Catania. Il nodo gordiano è questo, perché o la mette troppo lunga, o troppo corta, rasoterra quando serve a mezz’altezza e viceversa. Non esattamente il miglior amico del centravanti, almeno quest’anno. Nell’anno di Empoli, un suo traversone sublime permise, ad esempio, il gol al volo di Antonini in Coppa Italia contro la Juventus. Amarcord, VOTO 7,5.
VOTO TOTALE 34,5
GIANDOMENICO MESTO
Senso della posizione: un metallo malleabile, a destra forgiato come esterno di centrocampo, terzo nell’attacco, terzino con compiti di spinta, e perfino rifinitore. Tatticamente buono, è mancato nel salto di qualità, quando doveva darsi lo slancio per diventare uno da abbonamento alla Nazionale, e non una meteora nel firmamento azzurro, VOTO 7.
Anticipo: così così, avesse anche l’essere rapace in fase di difesa sarebbe un “top mondo”, definizione coniata dal nostro Amministratore Delegato. Ogni tanto ci prova anche, ma senza tanta convinzione, impegnato com’è a costruire piuttosto che distruggere. Con buona pace delle corde di Gasperini, spesso messe a dura prova dai suoi svarioni, VOTO 6.
Colpo di testa: davvero molto buono, prorompente e finanche preciso. La sua forza fisica gli permette di staccare sul diretto avversario, sia in fase difensiva sia offensiva. Sovente converge dalla fascia, per andare a colpire di testa cross provenienti dal versante opposto, prendendo in controtempo il proprio controllore. Dovrebbe cercarlo con maggiore intensità, VOTO 7,5.
Tecnica: non sono proprio malaccio, considerando che mister Gasperini l’ha promosso all’occorrenza uomo dell’ultimo passaggio. Ha un buon dribbling, ottimo il tiro dalla media distanza, con il quale ha segnato il suo primo gol in genoano, contro il Napoli nel settembre scorso, VOTO 7.
Cross: un’ala vecchio stampa, corsa e poi sul fondo per crossare. Le sue sgroppate sono ricordate sullo Stretto così come alla luce della Lanterna. Gli capita magari di pasticciare sul più bello, ma è una delle ultime ali del calcio italiano. Certo, i suoi traversoni non saranno puliti e pitagorici come quelli di George Best, ma sanno fare in toto il proprio lavoro, VOTO 7,5.
VOTO TOTALE 35
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