Le stelle in 5 punti

Le stelle in 5 puntiMilanNews.it
© foto di Filippo Gabutti
sabato 24 aprile 2010, 17:55La sfida nella sfida
di Claudio Sottile
Ecco la nuova rubrica di MilanNews.

Quando va in campo la maglia, bisogna portare rispetto. A prescindere da classifica, umori, amori e tremori. Palermo-Milan di stasera non varrà un posto al sole , e probabilmente non ne varrà neanche uno all’ombra. Ma quando si scende sul terreno di gioco conti, conteggi e carteggi valgono poco. E allora via al testa a testa fra Clarence Seedorf e Javier Pastore, due estrosi da prima fila, e da abito buono.

Seedorf è un campione trasversale, amato dentro e fuori dallo spogliatoio.

Uno vero, campione in campo e fuoriclasse nella vita di tutti i giorni, impegnato com’è nel sociale, nel dare un sorriso a chi motivi per essere sereno, dopo il 90*, proprio non ne ha.

Trequartista, regista, mediano, esterno di centrocampo, persino terzo nel tridente, purché il bene massimo del team salga al potere, ecco come si vince la Champions League con tre maglie diverse.

Pastore è quello che gli esperti di mercato chiamano “craque”, e non perché chi lo vede giocare pensa di aver fumato qualcosa di molto destabilizzante. Scherzi della pronuncia a parte, è uno in grado di far saltare il banco, il campione che da solo cambia l’esito di una partita, di una stagione, di un club. Regista, mezza punta, esterno alto, persino prima punta (non il meglio per lui), degno rappresentante di quella generazione di fenomeni classe ’89, che in Italia presenta, così tanto per mania di citazionismo, Alexandre Pato, Andrea Poli ed Ezequiel Schelotto.

CLARENCE SEEDORF
Calcio piazzato: E Rui Costa, e Rivaldo, e Pirlo, e Shevchenko, e Serginho, e Leonardo, e Ronaldinho, e basta avrà pensato Clarence, ogni volta costretto a confabulare sul punto di battuta di alcuni fra i massimi specialisti mondiali della disciplina. Meriterebbe maggiore considerazione “da fermo”, visti anche i risultati dei tiratori rossoneri da un bel po’ di lune a questa parte. Per ora, consoliamoci con i video che girano su internet, testimoni delle sue capacità, VOTO 8.

Visione di gioco: ha il DNA dei Lanceri di Amsterdam, è stato sgrezzato in Italia, e si è lucidato nella corte madrilena, figuriamoci se è sprovveduto tatticamente. Pallone smistato spesso di prima, al massimo dopo due tocchi, cambi di gioco grazie ad una sciabolata secca e precisa, è capace di giocare dietro le punte così come a ridosso della propria difesa, l’ultimo derby vinto aveva Clarence in cabina di regia in luogo dell’indisponibile Pirlo. Meditate gente, meditate, VOTO 9.

Ultimo passaggio: c’è sempre stato molto via vai in fase di suggerimento, al pari del primo punto analizzato. Qui dobbiamo aggiungere anche Kakà. Willy Wonka si è sempre messo a disposizione della squadra con un’applicazione indefinibile, al costo di portare l’acqua pur di vedere trionfare il collettivo. Il gruppo prima di tutto, e allora capisci che la genetica calcistica ha un senso, e il cromosoma olandese sta girando davvero in circolo, VOTO 8.

Tecnica: Clarence Seedorf come secondo lavoro avrà allevato una stirpe di conigli, solo così è possibile spiegare quanti ne è riusciti ad uscire dal cilindro dall’Ajax in poi. Quando le castagne sono sul punto di bruciarsi, lui non solo le toglie, ma spegne anche il fuoco, con soluzioni che noi umani non ci saremmo neanche sognati di immaginare. Un altro brasiliano nell’animo, non ci stupiremmo se scoprissimo che è nato un qualche parallelo più in giù di Paramaribo, VOTO 8,5.

Contrasto: una compattezza da far invidia alla lega più resistente. Forgiato nella secolarità dell’orgoglio del Suriname, concreto e irrefrenabile come la laboriosità di chi ai Caraibi c’è nato, e non ci sta col drink in mano. Un trottolino che, a memoria d’uomo, sarà caduto una manciata di volte a terra dopo un contrasto. Una muscolatura da sport di abbigliamento intimo in pieno centro, involucro di un carattere da fiero condottiero, provate a buttarlo giù, VOTO 9.

VOTO TOTALE 42,5



JAVIER PASTORE
Calcio piazzato: in squadra ha due tiratori con una bordata da porto d’armi, leggere alla voce Miccoli e Bovo. Lui gira ancora al largo, limitandosi a qualche punizione dalla tre quarti più a suggerire che ad offendere, mettendosi invece pronto dal limite dell’area per un’eventuale ribattuta. Anche se, a volerla dire tutta, l’hanno visto calciare a giro al “Tenente Onorato”, struttura d’allenamento dei rosanero, terzo porto d’armi in arrivo? Si farà, VOTO 7.

Visione di gioco: raramente i suoi occhi sono posizionati sui ciuffi d’erba. Collo ritto e sguardo panoramico. Sembra danzare con l’andatura caracollante, il ciuffo sulla fronte come il primo Kakà, a voler legittimare anche tricologicamente il soprannome con l’ex numero 22 rossonero. A Palermo gioca letteralmente su tutto il campo, "nomade" per far onore al proprio cognome, seminando qua e là qualche giochino “vedo non vedo” che fa sempre copertina, condito da un'assoluta disciplina tattica, VOTO 8.

Ultimo passaggio: il tridente del Palermo di oggi, ma soprattutto del domani, è cresciuto con un’infanzia a guardare lo United di Yorke, Cole e Giggs, o il Real di Raul, Mijatovic e Redondo. L’altro ieri insomma. Hernandez e Cavani con Pastore a suggerire, giovani, abilissimi nello stretto, giocano spesso di fino, anche grazie ai pertugi visti solo da Javier, che manda in porta i suoi compagnucci di giochi con delle intuizioni da leccarsi i baffi. Per info chiedere a Cavani e alla difesa juventina, nel 2-0 dell’ottobre scorso, VOTO 8,5.

Tecnica: inutile scomodare l’interprete delle mano divina e delle cavalcate da centrocampo di Lanùs, la streghe col pizzetto e l’insetto di Rosario. Maradona, Veron e Messi a parte, Pastore di tocco ne ha, e anche tanto. Tunnel, rapidi cambi di direzione, stop da far invidia ai produttori di colla vinilica, finte, contro finte, e ancora finte. Il repertorio è quello deluxe, abbinato ad una concretezza manco fosse nato a Dortmund, un prototipo del campione da calcio moderno, VOTO 8,5.

Contrasto: chi ha giocato alla Bombonera o nei sobborghi albicelesti non ha paura delle randellate europee. Solito discorso per chi muove da pochi equinozi il calcio che conta, deve formarsi e plasmarsi alla muscolatura da livello “boss”. Con la differenza che il muscolo se manca si può pompare, se il piedino non c’è l’hai mai avuto, è meglio che ridimensioni le aspettative, VOTO 7.

VOTO TOTALE 39