Le stelle in 5 punti

Le stelle in 5 puntiMilanNews.it
© foto di Alberto Fornasari
sabato 17 aprile 2010, 23:59La sfida nella sfida
di Claudio Sottile
Ecco la nuova rubrica di MilanNews.

Ajax ed Atalanta sono fucine di talenti. Fervidi e fertili osservatori, capaci di valorizzare giocatori belli e pronti per i palcoscenici da Mondovisione.

Ajax e Atalanta hanno plasmato gli interpreti della nostra sfida odierna, Jan Klass Huntelaar e Giampaolo Pazzini, in campo per la sfida fra Sampdoria-Milan dai tanti significati.

Ad onor di cronaca, l’Ajax non ha costruito Huntelaar, ma ha avuto il pregio, l’arguzia e la sagacia di pescarlo nella periferia olandese, buttandolo nella mischia senza dubbi di sorta.

I Lancieri hanno creato un fenomeno capace di meritarsi una gigantografia all’AmsterdAmArenA, meta di pellegrinaggio dei tifosi biancorossi, ancora scossi per la partenza del loro bomber-capitano.

Due centravanti, un tempo si sarebbe detto “di movimento”, capaci di fare le boe ma anche di girare al largo, nessuno dei due col numero 9 sulle spalle, entrambi con un certificato di nascita che sorride al futuro.

Huntelaar già da un po’ bazzica le Coppe Europee e la Nazionale A, grazie alla militanza con Ajax, Real Madrid e Milan.
Pazzini è uno che è arrivato prestissimo alla ribalta, salvo andare in un letargo diradatosi da quando tesse le trame con Cassano, rimanendo però nel territorio italiano, peccando nella dimensione europeista.

Gli accomuna uno spiacevole contrattempo, quello di non poter programmare in anticipo le vacanze estive, avendo un Mondiale da poter giocare.

L’olandese ha un pezzo bello corposo di passaporto in tasca, l’italiano è sul filo del rasoio, e spera di smentire la Panini, che nell’album dedicato alla manifestazione internazionale non l’ha considerato tra i papabili del C.T. Lippi.

Figurine a parte, domani si attaccheranno dalle parti dell’area di rigore. Con un pensiero fisso al Capo di Buona Speranza. Manco a farlo apposta.

KLAAS-JAN HUNTELAAR
Senso del gol: fra i mulini olandesi non è mai mancato, e proprio il Milan dovrebbe saperne qualcosa, magari in zona Utrecht. La massima divisione olandese non sarà un campionato da spellarsi le mani, ma quando una la sa mettere dentro non è che disimpara varcando la frontiera. Un po’ come andare in bicicletta. 110 gol in 138 partite di Eredevisie sono un dato. Rapace da area di rigore, un pallone nell’area piccola e arriva l’impallinata perché lui, lo dice il cognome, è “The Hunter”, il Cacciatore, VOTO 8.



Tecnica: la scuola orange è inflessibile, precisa, e attenta ai fondamentali. Klaas, non a caso, ha una fluidità di calcio da manuale, dall’appoggio accanto al pallone alla pulizia del tocco, frutto di enciclopediche sessioni d’allenamento, magari col vento dell’Atlantico a spettinare ulteriormente un capello già biricchino. Il primo gol in serie A ha già il marchio Totti, la prodezza resta pienamente anche senza paternità nobili. Destro meglio, sinistro non male, testa eccellente, buon dribbling, ottima resistenza nei contrasti, un bel popo‘ d’attaccante, VOTO 7,5.

Calci piazzati: da noi una volta sul dischetto, contro il Genoa, un gol. Troppo facile per tirare conclusioni affrettate. Ancora una volta la storia viene in suo ed in nostro soccorso. Rigorista dell’Ajax, rigorista con le selezioni olandesi. Destro, spesso a incrociare a mezz’altezza. Meno avvezzo ai calci di punizione, ogni tanto a Milanello ci prova, di potenza, anche se la concorrenza sul pezzo è di quelle da non dormirci la notte, VOTO 7.

Acrobazia: fra Olanda e Spagna è ricordato per le sue capacità acrobatiche, per il suo librarsi da terra con precisione e spettacolarità. In rossonero ha tenuto colpevolmente nascosta quest’arma, non riuscendo a sbeffeggiare la forza di gravità. Mancanza di opportunità, paura dei fischi, o solo maledetta casualità? Il colpo resta, e le sue gallerie parlano chiaro. “Trademark Bicycle kicks”, rovesciata-bicicletta col marchio registrato. Tanto per tornare al saper andare in bicicletta, VOTO 9.

Potenza: è stato il vento, s’è provato a dire, a rendere imprendibile il fendente mancino nell’ultimo sacco del Sant’Elia. Tentativo vano. Quella del n°11 rossonero era davvero una bordata, un missile terra aria deflagrato dove si annidano le ragnatele. Al sette insomma. E quello, fato biricchino, è stato proprio il settimo gol  (uno ogni 121 minuti, terzo ad oggi nella speciale classifica) dell’olandese fino ad ora in campionato, VOTO 8.

VOTO TOTALE 39,5

GIAMPAOLO PAZZINI
Senso del gol: a scuola di lui si sarebbe detto “è bravo ma non si applica”. Per una fetta consistente di carriera l’ha lasciato intravedere a sprazzi, fino a quando s’è regalato una maglia blucerchiata, e la storia è cambiata. Ha avuto fiducia, e l’ha ripagata con l’unica merce accettata in cambio dagli attaccanti, il gol. Non a caso, con la Samp gli mancano 2 gol per raggiungere il bottino maturato con la Fiorentina, avendo giocato però 78 partite in meno a Genova, rispetto a quelle disputate in viola. Fiducia che significa continuità, continuità è gol, gol è altra fiducia. Circolo vizioso, allenatori viziato dai gol, VOTO 8.

Tecnica: due perle su tutte sono il simbolo delle sue capacità, datate 9 aprile 2005 e 1 febbraio 2009. In quella primavera di 5 anni fa ridicolizzò un certo Gianluigi Buffon, con un tiro a giro, scoccato praticamente da casa sua, infilatosi nelle intersezioni più lontane rispetto alle mani del portierone azzurro. L’anno scorso, invece, segnò il suo primo gol blucerchiato in campionato sparando un destro imprendibile, incrociando, da destra verso sinistra, di collo pieno. Non ci sono gorgheggi , non ci sono tocchetti e tocchettini di fino, ma l’area di rigore deve essere fatta soprattutto di concretezza e praticità, VOTO 7,5.

Calci piazzati: qualche rigorino l’ha messo dentro, dai tempi della serie B in maglia Atalanta. A Firenze è andato con successo dagli undici metri, idem nell’intramontabile Marassi. Dal dischetto però un’amarezza tutta azzurra, quando ha mortificato il pallone che avrebbe potuto significare secondo gol in Nazionale maggiore, VOTO 7.

Acrobazia:
le evoluzioni servono a Giampaolo per colpire di testa, senza paura di scontrarsi coi portieri disperati in uscita. Chiedere ad un suo zigomo dopo incontro ravvicinato con le nocche di Fernando Muslera, è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare. Rinomati i suoi gol di testa in anticipo rispetto al difensore, e le incornate dopo schizzata vaganti in area. In stand by la rovesciata, mostrata al mondo il 21 ottobre del 2007 contro il Siena, e riprovata più volte senza successo. Work in progress, VOTO 7,5.

Potenza: il tiro c’è, e l’hanno notato i 55.000 presenti il giorno dell’inaugurazione del nuovo Webley. Giusto il tempo di smaltire la pelle d’oca dopo gli Inni, e Pazzo la mette all’incrocio con vigore, una perla al calor bianco per far capire ai sudditi di Sua Maestà che loro avranno sì inventato il calcio, ma noi glielo spieghiamo per bene. Non sfrutta le bordate con cadenza domenicale, quando lo farà non solo Oltre Manica cerchieranno la bocca per stupirsi, VOTO 7,5.

VOTO TOTALE 37,5