La qualità di Jimenez fa felice il Milan. Con la speranza di non ricevere chiamate da Madrid
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A vedere l'assist (pre-assist, se vogliamo essere precisi) di Alex Jimenez per Rafa Leao sul gol di Gimenez, una scucchiaiata dolcissima dopo un controllo di suola da futsal, per molti può sorgere spontanea la domanda: "Ma davvero si è aspettato dicembre prima di buttare nella mischia lo spagnolo?". L'ex Real Madrid, riscattato in estate per circa 5 milioni di euro, inizialmente è stato dirottato in Serie C per il progetto Milan Futuro. Nonostante i rossoneri U23 non stiano facendo il percorso atteso i commenti degli avversari dopo aver affrontato Jimenez sono stati sempre concordi: "È un giocatore che non c'entra nulla con questa categoria".
Non è ovviamente oro tutto quel che luccica, e lo spagnolo infatti ha avuto anche passaggi a vuoto da quando è stabilmente in prima squadra, come le sfide contro la Juventus e l'Empoli. Più delle giocate e delle sgasate sulla fascia a stupire è la personalità del ragazzo classe 2005, alla prima vera esperienza tra i grandi: il piccolo Jimenez, come l'ha chiamato Ibra nel post partita, non si è fatto condizionare ed è riuscito a fare la differenza. Ad inizio stagione Zlatan l'aveva investito del ruolo di vice Theo: Alejandro ci ha giocato forse un paio di volte, allargando poi il suo raggio d'azione: terzino destro, esterno alto sia a destra che a sinistra, centrocampista di fascia nel 4-4-2.
C'è ancora tanto da limare, come la reazione scomposta dopo che Duda l'ha schiaffeggiato sulla nuca a palla lontana. L'ennesimo svarione di VAR, assistenti e arbitro nella stagione rossonera non giustificano lo spintone rifilato al giocatore del Verona: il carattere fumantino l'ha mostrato più e più volte, anche quando vestiva la maglia del Real. Su questo aspetto c'è da lavorare, senza perdere però la sfrontatezza che lo porta a puntare (a volte anche troppo) l'avversario senza paura.
Il gol di ieri non nasce dal pallonetto per Leao, ma proprio da una sua azione personale che da destra l'ha portato velocemente sul lato opposto del campo, scombinando piani e marcature della difesa scaligera. Qui si entra nei classici discorsi in cui si dice: "Sono cose che o ce le hai o non ce le hai". Jimenez. Sul resto c'è modo di lavorare, su questa scintilla c'è poco da fare. O c'è, o non c'è. E qui sembra proprio che ce ne sia in abbondanza. Quest'anno lo spagnolo non è purtroppo in lista Champions, ma dalla prossima stagione ci sarà sicuramente: diventerà eligibile per la lista B visto che a giugno farà due anni continuativi in rossonero. Certo, sempre che da Madrid non inizino a pensare di riportarlo a casa: nell'accordo della cessione c'è anche una recompra, che aumenta di stagione in stagione. Chissà che Ibra ieri sera, dopo la gioia del gol, non abbia guardato preoccupato il telefonino con la paura di trovare qualche chiamata col prefisso +34.
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