Santi l'ha capito, fare il centravanti del Milan è complicatissimo. Eppure ha già raggiunto un piccolo record

Santi l'ha capito, fare il centravanti del Milan è complicatissimo. Eppure ha già raggiunto un piccolo recordMilanNews.it
© foto di www.imagephotoagency.it
domenica 16 febbraio 2025, 14:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Non ho detto che ricorda Ibra, ma che è forte come Ibra. Chi ricorda? Santiago Gimenez. Non si può paragonare con altri". Quando Zlatan Ibrahimovic, intervistato da DAZN nel post partita di Milan-Hellas Verona, parla del nuovo attaccante rossonero c'è qualcosa che lo anima in modo particolare. Zlatan, un po' come tutti, è rimasto colpito dal modo in cui il messicano vive per il gol: l'ha dimostrato al Feyenoord e lo sta facendo vedere in questi suoi primi minuti in Italia. "Dobbiamo aiutarlo a fare bene, è anche nostra responsabilità. Non è facile arrivare in Italia e fare bene subito, al Milan, in uno dei più grandi club al mondo. Siamo qua per aiutarlo, per farlo divertire in campo e per portare i risultati”. Anche qui quello che dice Ibra è ineccepibile: cambiare campionato e vita a metà stagione non può essere semplice. Men che meno arrivando in una squadra che ha problemi strutturali evidenti da tempo. Farlo al Milan, nel ruolo più difficile da interpretare in squadra da ormai troppo tempo, è una grande sfida.

Quattro partite, due dall'inizio, e pochissimi palloni giocabili in area. Gimenez avrà già capito che fare il centravanti al Milan, e in particolare in questo Milan, è una sfida per cuori forti. Non è un caso che gli unici ad aver interrotto la striscia negativa che dura da anni siano stati Ibrahimovic e Giroud, due campioni assoluti e indiscutibili. Ci sarà tempo per crescere, sia personalmente e sia con il collettivo, ma per ora il messicano sta provando a fare il massimo con quello che passa il convento. La condizione fisica è da migliorare, così come la pulizia tecnica in varie situazioni spalle alla porta e lontano dall'area: arriveranno col tempo e gli allenamenti a Milanello.

Lascia grande speranza tutto quello che accade all'interno dell'area di rigore, movimenti e smarcamenti in primis. Senza palla Gimenez ieri, a differenza della partita di Rotterdam, non è rimasto fermo un momento. Fuori area ha provato a dare sbocchi alla manovra allargandosi e proponendosi per giocare di sponda di prima, in area ha sfruttato la mole di gioco del Milan sulle fasce per sfruttare lo spazio che si andava a creare tra il difensore esterno del Verona e quello centrale. Anche in una situazioni di "sporcizia" tecnica, come quella a fine primo tempo, è riuscito a mettere in mezzo un pallone d'oro per Musah nonostante il controllo iniziale un po' difettoso. Peccato per la conclusione fuori bersaglio del compagno.

Il conto è semplice. Ieri ha avuto tre palloni in area: un gol annullato, un assist d'oro sprecato da Musah, un gol. Al Milan mancava questo tipo di giocatore e nei sei mesi di Morata in rossonero, senza nulla togliere allo spagnolo che evidentemente ha fatto il massimo, non ci si è mai nascosti nel farlo notare. I compagni di reparto, che spesso hanno il vizio di volere sempre palla sui piedi e non nello spazio, devono fare il giusto switch: in area ora c'è un vero e proprio animale che vive per il gol. Va sfruttato e valorizzato. A partire da martedì, dove Gimenez in primis dovrà essere bravo a sfuggire dalla gabbia che gli creeranno attorno i suoi ex compagni. Svariando e muovendosi come ieri sera saremmo già a metà dell'opera. Il resto sta ai Leao, Pulisic, Joao Felix, Reijnders, Theo e via discorrendo.

Intanto El Bebote ha già raggiunto un piccolo record con la maglia rossonera che tanto sognava: dopo il gol contro il Verona è diventato il terzo giocatore ad andare a segno in ciascuna delle prime due presenze di Serie A con il Milan nell’era dei tre punti a vittoria – tra quelli alla loro stagione di debutto assoluto nella competizione - dopo Andriy Shevchenko nel settembre 1999 e Christian Pulisic nell’agosto 2023. Mica male.