Speciale 30 anni Berlusconi - Tutte le frasi più famose del presidente da quando è proprietario del Milan

In occasione del 30° anniversario dall’acquisto del Milan da parte di Silvio Berlusconi (20 febbraio 1986-20 febbraio 2016), la redazione di Milannews.it ha raccolto alcune delle frasi più famose pronunciate dal presidente in tutti questi anni:
SUL MILAN
C’è mio fratello Paolo che segnava caterve di gol, c’è Confalonieri discreto calciatore, c’è Galliani che giocava benissimo all’ala destra. Io ho addirittura fatto l’allenatore in terza categoria. La mia squadra, l’Edilnord, vinceva tutto. Un giorno i miei ragazzi vinsero 2-0 contro il giovane Milan di Zagatti... (1985)
Il Milan? È un affare di cuore, costoso, ma anche le belle donne costano. (1986)
Tutte le cose di cui mi occupo sono profane; ma il Milan è sacro. (1988)
Speriamo di aver confezionato una squadra capace di produrre spettacolo perché abbiamo precisi doveri verso i nostri tifosi e verso il resto del mondo, dove siamo la realtà italiana più conosciuta dopo la mafia e la pizza (1995)
Ho ordinato ai miei giocatori di scendere in campo per essere padroni del campo e del giuoco (2005)
A Cesena il Milan ci ha dato dei dolori, ma non ha giocato male. Il problema è che spesso il Milan si imbatte in arbitri di sinistra (2010).
Battere la Juventus con un rigore dubbio è ancora più bello. (2012)
Nel calcio tre squadre hanno segnato la storia. Una è l’Ajax di Cruijff, una è il Milan degli olandesi e l’ultima è il Barcellona di Guardiola. (2012)
Mi ricordo di quando mio padre mi portava allo stadio e non pagavo il biglietto perché ero piccolo piccolo. Ripeto, il Milan è una questione di cuore. (2013)
SUGLI ALLENATORI
Il tecnico giovane su cui noi puntiamo è Fabio Capello. (1986)
Capello al Real e Zaccheroni al Milan? È una fanfaluca. (1998)
Non amo il tridente, Bierhoff dà sempre la palla indietro ma sa fare altro. (2000)
Il signor Lizzola era un bravissimo sarto e aveva un motto a proposito della buona stoffa: attenzione a che sarto la dai.... (la famosa critica a Zaccheroni, 2000)
Ho insegnato al Milan come si gioca al calcio. (2001).
Quando allenavo l'Edilnord, i miei ragazzi facevano diciassette passaggi consecutivi. (2004)
Le mie parole, sia chiaro, sono Vangelo (in riferimento al modulo del Milan, 2004).
Manderò una lettera: da lunedì qualsiasi tecnico del Milan sarà obbligato a giocare con almeno due punte. Non è una richiesta, è un obbligo. (2004)
Si parla del Milan di Sacchi, di Zaccheroni e di Ancelotti e non si parla mai del Milan di Berlusconi. Eppure sono io che da 18 anni faccio le formazioni, detto le regole e compero i giocatori [...] Sembra che io non esista. (2004)
Mi ero disamorato di questo Milan perché non mi rispecchiavo nella squadra che Leonardo metteva in campo. (2010)
Allegri? No el capisse un casso. (2013)
Ce l’avrei io l’allenatore giusto: Berlusconi. (2014)
SUI GIOCATORI
Pensavamo ancora a Matthaeus, ad Alemao e a Schuster, ma l’atteggiamento di Gullit fugò qualsiasi nostro dubbio (1987)
La formazione? Galli, Baresi e Maldini centrali, Tassotti sulla destra e Massaro terzino sinistro. Vedo Ancelotti e Filippo Galli uomini di marcatura e movimento a metà campo. (1987)
Van Basten? Venne in Italia, a casa mia, ma purtroppo io quel giorno non c’ero. Fu ricevuto da mio figlio Dudi, di 18 anni, che sa tutto di calcio e mi parlò in termini entusiastici di questo ragazzo. Firmammo un preliminare. (1987)
Borghi era l’uomo per trasformare San Siro davvero nella Scala del calcio. Ma non potevo affidare al tecnico un elemento che non desiderava (1988)
Maradona? Grande giocatore ma nel Milan non potrebbe essere inserito. Carattere difficile. (1988)
Per trattenere Savicevic abbiamo dovuto compiere sforzi enormi. Ci costa non avere preso Boksic e non avere preso Romario a una cifra relativamente modesta: cinque milioni di dollari. È la prova che su Savicevic abbiamo scommesso pesante. (1993)
Io il successo me lo sono meritato, come Franco Baresi che si è fatto i suoi miliardi giocando da grande difensore. (1994)
Helveg mi ha ricordato la favola del leone sordo: un uomo si mette a suonare il violino nella giungla, catturando l’attenzione di un leone, poi di un altro, fino a un centinaio di leoni affascinati. Dopo un po’ arriva un altro leone, si avvicina all’uomo e lo divora. (2001)
Le bandiere nel calcio non si vendono e non si comprano. Mi è stato ricordato che però ho comprato Nesta che era la bandiera della Lazio. Non ho mai fatto un’offerta per Nesta quando ero presidente del Milan, il mio pensiero era che la Lazio lo dovesse tenere stretto. Poi quando, per motivi economici, è stata costretta a metterlo sul mercato, di fronte alla possibilità molto concreta che il giocatore andasse alla Juventus, allora, e solo in quel caso, sono intervenuto, per non permettere che un mio diretto concorrente si rafforzasse. (2006)
L’addio di Shevchenko? Non è stato voluto da noi né è stato causato dalla volontà del giocatore: lui ha dovuto subire i desideri della moglie. E si sa che spesso le mogli sono dei kapò a cui non si può dire di no. (2006)
Ronaldo? Gli avevo imposto di farsi crescere i capelli perché diventasse più bello. In realtà ha esagerato: adesso è veramente brutto! Vorrà dire che lo manderò dal mio parrucchiere anche se mi hanno detto che è diventato testimonial di una lozione per la crescita dei capelli. (2007)
Sono preoccupato per Ronaldo, bisogna mandarlo a Lourdes. (2007)
E' il miglior tridente che il Milan abbia avuto dopo quello con Van Basten. Ronaldinho è il numero uno nella storia del calcio in assoluto, Pato è un grandissimo e Ibra ha vinto otto dei campionati che ha giocato. (2010)
Pirlo è una ferita ancora aperta, nel mio cuore ed in quello di tutti i rossoneri. Nell'ultimo anno non era in sintonia con l'ambiente di Milanello e con l'allenatore: non era nostra volontà cederlo. (2013)
Fra un anno, un anno e mezzo Pato tornerà al Milan. Una serie di infortuni ha creato un certo distacco fra lui e l'establishment di Milanello. L'accordo è stato che lui va là, ci rimane un anno, un anno e mezzo e poi torna al Milan. Questo è quello che mi ha detto abbracciandomi l'ultima volta che ci siamo visti, ad Arcore”. (2013)
Balotelli? Se metti una mela marcia in un gruppo, poi si infettano anche gli altri. (2013)
SU ALTRI PERSONAGGI
Se credo che Agnelli si divertirebbe a essere il presidente di questo Milan? Credo che mi divertirei di più io a essere il presidente della Fiat. (1988)
Cara Santità (Giovanni Paolo II, ndr), mi lasci dire che lei assomiglia molto al mio Milan. Infatti, lei, come noi, è spesso all’estero, cioè in trasferta, a portare in giro per il mondo un’idea vincente. Che è l’idea di Dio. (1998)
Agnelli mi aveva consigliato Galderisi. L’avvocato è una persona seria. Sempre. Ma quando parla di calcio si diverte a fare degli scherzi (1998)
SULL’ESSERE PRESIDENTE
Presidente, un’indagine Doxa ha rivelato che il 50% dei votanti ha scelto lei come miglior presidente del nostro calcio. Perché? “Perché sono bello”.
Se non fosse Berlusconi chi vorrebbe essere? “Mi piacerebbe essere il figlio di Berlusconi” (1988)
Voi tifosi gioite e vi amareggiate, ma alla fine il grano lo metto sempre io. (2010)
Il Milan la squadra più titolata del mondo, e io il presidente che ha vinto più trofei. Santiago Bernabeu ne ha vinti la metà e gli hanno pure intitolato uno stadio. (2013)
Mio padre diceva che ho il Milan tatuato sul cuore. E non ho alcuna intenzione di fare un trapianto. (2014)

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